Dalla consueta analisi di Banca d’Italia relativa al risparmio degli Italiani emerge uno spaccato interessante su cui CARA e MIA fanno delle considerazioni.
Attualmente il patrimonio degli Italiani è cosi suddiviso:
Depositi su conto corrente | 32% (circa 1350 miliardi di euro!) |
Obbligazioni | 6,9% (comparto in decrescita) |
Fondi Comuni | 12% (in forte crescita; vale circa 500 miliardi) |
Azioni | 22,3% (c’è una ampia porzione di azioni non quotate relative a quote societarie) |
Altro | 7,1% |
Assicurazioni | 17,3% (in fortissima crescita) |
Fondi Pensioni | 2,4% |
Fonte Banca d’Italia
A fine 2018 il totale dei risparmi degli Italiani ammontava a 4.300 miliardi (quasi il doppio del debito Italiano). Pertanto ogni Italiano possiede mediamente una quota di circa 70.000 di risparmio, mentre se togliessimo i minorenni e i giovani che non producono ancora reddito, la quota di risparmio salirebbe a circa 100.000 euro.
Le due sorelle Cara e Mia ad inizio 2019 si sono confrontate dopo aver verificato i rispettivi investimenti con i propri referenti e sono emerse interessanti differenze.
Mia: come sapete, si affida da anni ad un consulente indipendente; è molto soddisfatta dell’asset 2019 condivisa con il proprio referente; si sente molto tranquilla anche perché è perfettamente consapevole della strategia di investimento. L’obiettivo principale di Mia resta la protezione del patrimonio e recuperare almeno l’inflazione.
Cara: non ha un vero e proprio consulente di fiducia, ma ha diversi referenti a cui fa riferimento per i propri risparmi. La composizione del portafoglio di Cara è la stessa del portafoglio degli Italiani; pertanto dei suoi 100.000 ha ben il 32% di liquidità ed il resto investito come nella tabella riportata sopra!
A questo punto Mia, ad inizio 2019, commentando il portafoglio della sorella ed avendo ormai consolidato una buona preparazione finanziaria, fa alla sorella una osservazione: “il tuo portafoglio mi sembra abbastanza prudente anche se vedo quasi esclusivamente investimenti Italia, e oltretutto mi sorge il dubbio che quel portafoglio non recuperi neanche l’inflazione per i prossimi anni“.
Cara non aveva ben compreso cosa volesse dire la sorella ma fidandosi, ha fissato un appuntamento con il consulente indipendente di Mia per un’analisi indipendente del portafoglio.
Dal check up è emerso che il rendimento atteso lordo di quel portafoglio era, nei migliori scenari attesi, di circa l’1%, a cui bisognava togliere circa di lo 0,6% proveniente dai costi di gestione di polizze e fondi, a cui bisognava ancora sottrarre i costi bancari, tasse e l’imposta di bollo dello 0,2% dove prevista.
Per il consulente indipendente, il rendimento di quel portafoglio tende allo zero. Pertanto sarebbe un portafoglio che avrebbe un rendimento reale negativo poiché non recupera nulla dell’inflazione.
Parere di Caramia Consulting: nel 2018 si è rivelato premiante avere un portafoglio dove la parte di cash sia stata rilevante; nel lungo periodo però i conti cambiano e purtroppo non tornano… L’inflazione 2018 è stata pari all’1,2% e la BCE stima di portare il dato al 2% nel medio periodo. È una trappola pericolosa questa. Basta provare ad immaginare un’inflazione al 2% per 10 anni e portafoglio infruttifero che rendo zero e capite bene che in termini reali tra 10 anni abbiamo quasi il 20% circa in meno del capitale (per l’esattezza 100.000 euro che hanno un rendimento dello 0% con inflazione al 2% tra 10 anni varranno in termini reali 81.700).
Oltretutto il portafoglio degli Italiani è scarsamente diversificato con l’estero; è per la gran parte made in Italy (eccetto il 12% investito in fondi che ultimamente sono a matrice estera e presentano pertanto un’ampia diversificazione). Il portafoglio degli Italiani riflette una situazione generale opaca e di profonda incertezza e tutto questo nella finanza comportamentale genera sempre “avversione al rischio”, prudenza, un’azione di disimpegno verso le attività più rischiose. Noi siamo sempre dell’opinione che il rischio non vada evitato, ma vada gestito; poiché anche quando come nell’esempio di Cara ci sembra che stiamo evitando rischi, in realtà ne stiamo prendendo un altro (e purtroppo il portafoglio di Cara coincide con il portafoglio di molti Italiani).
Come si fa ad uscire? La consapevolezza è importante, ma ancora più importante è la cultura di tipo finanziario che in Italia è molto scarsa. Recenti rapporti in Italia mostrano che, soltanto una persona su tre ha una cultura finanziaria minimale; nei paesi scandinavi si viaggia al 70%/80%. Per chi è rimasto indietro sotto questo aspetto, o cresce da autodidatta oppure può affidarsi a validi consulenti finanziari che credono anche nel ruolo sociale che rivestono.
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